"A day without laughter is a day wasted"

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lunedì 14 ottobre 2013

Sole nel cielo, calore nel cuore

Sole nel cielo, calore nel cuore
ti basta uno sguardo non servon parole
odori, sapori, rumori diversi
ritrovi pensieri che credevi ormai persi.
Sole nel cielo, calore nel cuore
intorno a te tutto riprende colore
respiri profondi, profumo di mare
chiudere gli occhi e riuscire a volare.
Sole nel cielo, calore nel cuore
il tempo non passa, si ferman le ore
profonda passione, paura di niente
nel corpo la pace come nella mente.
Sole nel cielo, calore nel cuore
sdraiato lì ai piedi di un albero in fiore
occhi socchiusi, rumore del vento
provare ogni tipo di sentimento.
Sole nel cielo, calore nel cuore
la spiaggia dorata, la voglia di amore
cornice di notte le brillanti stelle,
sapore di sale su tutta la pelle.
Sole nel cielo, calore nel cuore
svanisce sul viso quel bianco pallore
si tingono i prati, si intona quel canto

si accoglie l'estate, vestita d'incanto.

venerdì 4 ottobre 2013

Never ending

La sveglia continua a suonare.
Si alza indolente, si reca in bagno, si lava, si veste, beve il suo caffè ed esce. Quella mattina si sentiva avvolto da un pessimismo cosmico.
Treno, i soliti volti, la solita fermata, il solito tran tran.
Il lavoro. Scartoffie, moduli, plichi, pratiche, la pausa pranzo, il solito toast. Esce, rock nelle cuffie, sguardo perso all'orizzonte, arriva il suo treno, sale. Sentiva che stava perdendo tempo.
Scende.

La sveglia suona.
La spegne, si alza, si lava, si trucca, si veste, beve il suo caffè ed esce.
Quella mattina era invasa da un senso di arrendevolezza.
Lo stesso treno, il libro, le anziane logorroiche, la solita routine.
Il lavoro. Telefono, pc, telefono, pc, la pausa pranzo, la solita insalata.
Esce, jazz nelle orecchie, sguardo assorto, arriva il treno, sale.
Ambiva alla rivoluzione.
Scende.

"Dai Andrè non ti far pregare, cosa dovrai fare di così improrogabile? Vieni a sta festa e zitto. Ci divertiamo. Mi ascolti? Passo a prenderti alle 10"
"No, Alessa' ma chi la conosce sta gente?! Ho da fare, lo sai, ho da fare."
"Alle 10. Non un minuto di più."
"Sei un bastar.." Ha riagganciato.
L'amico è colui che conosce il modo per 'raggirarti' e puntualmente lo mette in atto.

"Madeline! amore su che sei fantastica, il tubino nero andrà benissimo, sei splendida..e poi non vorrai farmi perdere quei Nerd in versione 'acchiappo'. Da brava, ora ti prepari e sono da te per le 10."
"Sei fuori? E quando mai mi hai visto con un tubino? Non ne ho uno. E sai quanto odio nutro per questi eventi da figli dei colletti alzati e cardigan annodato sulle spalle.."
"Farai la sociopatica domani. 10"
Maledetta. Un respiro profondo.

Camicia, jeans, converse.
Vestitino a fiori, anfibi.

Tutti salutano tutti, divanetti blu, luci colorate, musica alta, sorrisi ed urla alcolici.

"Andre' oh svegliati, il muro non crolla fidati, se ti stacchi da li vedrai che non viene giù..guarda quella piuttosto, guarda che roscia Andre'!"
"Ale mollami cazzo, vacci a provare, vai al bancone e fatti spruzzare Vodka in gola. Non so..vedi tu"
"Che apatico di merda."

"Mad dai facci un sorrisetto. Vieni a ballare.. Oddio oddio te la ricordi questa? Alzati e vieni qui, buttati!"
"Attenta che lo prendo come un consiglio."
"Come sei lugubre."

Stacca lo sguardo dal cocktail verde fluo in cui si era 'immersa'.
Gira la testa, con un solo sopracciglio alzato e l'aria snob.
Si guardano. Poi si fissano.
Capiscono di esser sbagliati. Capiscono di esser giusti.

Quella scia di pensieri, quel legame invisibile, quel silenzio assordante..
Vengono interrotti.
"Dobbiamo andare Andrè. Oh dobbiamo andare per forza.. È arrivata Giulia, lo sai che ancora non ce la faccio a vederli insieme. Vieni con me?"
"Si. Ok. Andiamo"
A malincuore abbandona la sala del locale.

"Uh è arrivata Giulia. Vieni, te la presento, è simpatica, anche a lei mancano un po di Venerdì."
"A me manca il week end. Quando avrai un'amica con tutta la settimana in ordine me la presenterai. Esco a fumare."
Si allontana, con gli occhi al cielo.

"Porca troia. Sta stronza. Ti pare che se lo porta sempre in giro quel cane?.. Oh cazzo, prendi il giacchetto presto, sta venendo qui.."
"Senti Alessandro ora ti calmi, ci parli una volta per tutte, la affronti da signore e chiarisci sta situazione, io mi tolgo dai coglioni per un po'. Quando hai fatto mi fai uno squillo e ce ne andiamo"

Il vizio comune fa si che si ritrovino sulla stessa terrazza.
L'imbarazzo è evidente, ognuno credeva di esser solo con il proprio Io.

"Bello il panorama."
(Merda. Non potevo chiedere da accendere?..E se non fosse italiana? Come si dice 'panorama' in inglese?)
"Si. Palazzi."
(Merda. Rispondo sempre troppo in fretta. Devo imparare a contare..)
"Neanche una stella.."
(Va bene è appurato, mi sono contraddetto al primo fonema)
1-2-3-4 "Già." (Non era il caso forse)
Il telefono vibra.
"Devo andare.. buona serata allora.. non so se continuerai, o se.. beh ciao."
(Ok. Tanto non la rivedrai.)
"Ciao..."
(Mi si legge in faccia l'amarezza. Ma ammetto sia stata la parte più emozionante dell'intera serata.)

"Oooissa! Perfetto, questo e' l'ultimo. Non voglio più sentir parlare di scatoloni, da qui all'età dell'ospizio"
"Il mio analista è entusiasta che io mi impegni, e canalizzi energie positive nell'impresa di quest'ennesimo trasloco. Dice che dovrei ringraziarti mamma, poi ha preso il via con cose tipo: condivisione, coesione, cooperazione, team, spirito d'iniziativa, collaborazione."
"Vedi che ho ragione.. è cambiare, è crescere, arricchirsi.."
"Non sono in terapia mamma, mi immedesimavo nel ruolo del dottore. Io direi cose del genere, e svariate supercazzole annesse per tranquillizzare il paziente. Mi si contorce lo stomaco al pensiero di cercare e non trovare."
"Stai calma Maddy, sai che sta volta e' definitiva. Lo sai. Sali in macchina che battiamo sul tempo il camioncino dei fleastones!"

La madre di Madeline cambia casa come il colore dei capelli. Forse fugge dai ricordi: il padre le ha abbandonate due anni fa, per una
hostess indoeuropea con la quale attualmente convive in Florida.

Gli Stooges suonano Groove, urlano, ti caricano. Iggy a petto nudo è una barretta LED impazzita nel buio.
I King Crimson sono anzitutto poeti.
Bussano alla porta.
"Andre c'è la partita, spegni lo stereo e vieni fuori di li."
"Non è uno st.. Si, un secondo."

Il padre di Andrea è un fanatico del Baseball ed è convinto di aver trasmesso tale passione al figlio fin da piccolo.
Il suo carattere lo fa rientrare nella categoria del 'sono-io-che-ho-ragione-non-contraddirmi' ma il rapporto che li lega è empatico.

"Eccoci Mad. Guarda che bella, ti piace?"
"Se ti dicessi che a vederla così fa troppo bambolina di porcellana cambierebbe qualcosa?"
"Sempre la solita, porta su un po' di valigie che aiuto i ragazzi a scaricare"

E' una villetta di quelle a ripetizione seriale e dista solo 5 isolati dall'abitazione precedente. Madeline ha smesso di domandarsi il perché di tanta fatica ogni volta, le sembra un ruotare in circolo, girare su se stessi.. ma accetta sconfitta, sa cosa rappresenti per sua madre.

Un fulmine a ciel sereno. Riconosce la voce. (SIII! CHE PALLE. VADO IO!)
Oltrepassato il cancelletto si blocca. Lo vede uscire con il sacco nero della spazzatura in mano.
Li separa una staccionata.

Lui sposta finalmente lo sguardo dalla punta delle sue scarpe e si accorge dei 'fari' di Madeline puntati verso di lui.

"Ehy.. co-me-va? Sei quella della festa? (Che ci fa lei qui? Oh no 'Quella' non si usa mai con una ragazza.. l'esperienza non insegna a quanto pare.)
"Si. Mad. Scusami vado, pesa.."
(Non mi dire che è il mio vicino di casa.)
"Si, vai vai.. non ti trattengo."
(Levati quell'espressione beota dal viso.)

Un accenno di sorriso e si lasciano la porta alle spalle, confusi.

"Andrè è ricominciata, siediti. Hai visto un fantasma li fuori?"
"Abbiamo dei nuovi vicini.."
"Zombie?" "BRAVI RAGAZZI FORZAAA COSÌ COSÌ!!"
Sarebbe un Coach eccellente.
"Non ti sentono Pà."
Si lascia scappare una risata sincera.

"Con tutte queste scale so già che mi risparmierò l'iscrizione in palestra."
"Maddy sei un una nenia continua. Tutto questo azzurro non ti rilassa?"
"Avrei optato per l'oltremare con venature cobalto. Ma abbiamo capito da tempo che la mia opinion.."
"Eh fosse per te il Nero lo metteresti ovunque. Ma non nel mio celeste! Ho tenuto conto della cromoterapia sai.. Ad esempio c'è molta più probabilità che tu possa diventare irascibile con punte di elevata pazzia fissando una stanza con pareti rosse!"
"Ora mi spiego il porpora della vecchia casa."

(Ho sempre desiderato una casetta sull'albero.)

Sopraggiunge l'ora di cena.
Andrea a tavola, in famiglia.
Una madre apprensiva prepara con cura il pasto completo ai due figli.
Il fratello minore, Michele, lo guarda costantemente di traverso con aria di sfida ma lo stima profondamente.
Nella casa vuota di Mad, mangiano sushi su uno scatolone apparecchiato minuziosamente, con una tovaglietta da pic-nic e bicchieri di plastica.

"Esco a fumare."

"Mi faccio il giro del quartiere."

Si incontrano nuovamente.

"Ciao.. Mad, giusto? Sicura di aver scelto bene?"
"Ciao, mi hai spaventato. È mia madre l'artefice. Sei in lutto oggi o ti vesti sempre così?"
"Senti chi parla.."
(Ha ragione. Mi manca la velina e potrei sfilare in una marcia funebre)
"Beh si, sai.. Com'è qui? Voglio dire.. Si sta bene, è tranquillo?"
"Siamo tutelati parecchio. Ma oggi ho la calzamaglia a lavare ed eccomi qui ad oziare. Acqua in bocca!"
"Divertente. Deve richiedere impegno e dedizione salvare gattini sugli alberi. Oltre a questo che fai del tuo tempo..?"
"Andrea. Mi diletto con recensioni su Rock band. L'intento è creare una specie di guida su concerti, gruppi in genere. Il giorno lavoro in un ufficio..ma anche lì ho tempo per scrivere di buona musica.
I ragazzini di oggi mi fanno rabbia, vorrei svegliarli da quel torpore d'ignoranza acustica.
Tu, giri per cimiteri?"
"Si, intaglio zucche e faccio graffiti sulle lapidi. Di giorno il solito lavoro d'ufficio e.. dipingo. In realtà mi serve l'ispirazione, non lo faccio per occupare il tempo."
"Guarda chi hai davanti. Più ispirazione di questa!? Scherzi a parte da quant'è che non 'operi'?"
"1 anno. Ma alti e bassi.. butto giù bozze, disegno ma non ho un vero sfogo da un po'."
"Dovresti riniziare. Vedrai che il cambiamento se non porta ad una crisi, consente una ripresa. E in entrambi i casi, la creatività viene fuori, in persone che ne possiedono molta di base."
"Wow! Sei anche life-coach. Mi hai convinta! Credo che stanotte affrescherò la Chiesa della piazza in stile Cappella Sistina. Infrangerò qualche legge, ma chi se ne frega. Dio sa che è per lui."
"Il tuo humor mi stravolge.
È tardi, merda. Devo entrare a prepararmi. Stasera sarò un sociopatico in compagnia, dentro a qualche pub.."
"Giusto. Io incarnerò lo stereotipo in tutti i suoi aspetti, a casa. Ci si vede. Inevitabilmente, ci si vede."

Si salutano e si allontanano sorridendo. Si intendono.
Passano giorni ma non riescono ad incontrarsi..

Mad ha comprato colori ad olio, acrilici, un cavalletto in mogano e 3 tele di diverse dimensioni.
La casa e' arredata e di gran lunga più accogliente.
Andrea non pensa ad altro, ma cerca di nasconderlo a se stesso.

Sting disse "il rock è morto" e dal quel dì divenne ninfomane.
The Clash, Blondie, AC/DC, Genesis, Dire Straits, Europe, Guns 'N Roses, Scorpions... "Amo gli anni 80, ma che fatica!"

3 p.m. Jogging.
Si scontrano urtandosi violentemente.
"Che cazz.. Ah-ah tu! Ti ho sempre tra i piedi Mad.. Sei un incubo. Non puoi fare le stesse cose che faccio io. Sei il rivale del supereroe per caso? Questa città e' troppo piccola per tutti e due.."
"Ti leggi troppi Marvel, And. Semplicemente corro. Ho il mantello
in tintoria."
"La domenica e' triste non trovi?"
"Solo se ti diluvia in testa."
"Mad rilassati, sei sempre così misantropica?"
"No, solitamente è peggio. Mi stai quasi simpatico."

L'ultimo sprint forzato. Si concedono una pausa rallentando sino a fermarsi. Si piegano entrambi affaticati, per riprender fiato.

"Chi arriva prima al Bistrot di Clementine paga il gelato."
(È un appuntamento?)
"Te lo offro io stasera. Faccio dietro-front.. Ora ho solo voglia di farmi una doccia e collassare sul letto."
"Sei una scansafatiche Mad! Sei una femminuccia!"
"Si si, salutami Clementine se la vedi."

Arriva sera.

"Mad..c'è un bel ragazzo in giardino. Ho come la sensazione che non abbia il coraggio di suonare. Mi affaccio e lo esorto ad entrare!"
"Mamma no! Che comb.."
(Merda. Non mi da mai il tempo.)

"Simpatica tua madre. Ti somiglia. Cioè non per la simpatia.."
"La definirei melanconica ed iperattiva. Sono l'opposto, ho ripreso da mio padre. Ma no, non te ne parlerò.. a meno che tu non sia il pronipote di Junk."
"Mio zio è psichiatra. Vuoi andar a prendere il gelato con lui? Non mi offendo."
"Il più pazzo in famiglia. Indagherei sui motivi che spingono la mente umana a cercare il senso per curare il limite della mente umana. Se così possiamo chiamarlo. Mi concentrerei sul mestiere più che sui pazienti."
"Scrivi un glossario di cazzate Mad, ho l'impressione che sia quella la tua strada."
"Ah signore quel che lei pensa sia una gobba in realtà e' l'astuccio delle mie ali!"
"Ok. Lo chiamo."
"Chi?"
"Mio zio."

Lui era abbagliato dai suoi grandi occhi color tempesta.
Lei si perdeva in quel sorriso.
Adorava l'attimo in cui gli angoli della sua bocca si innalzavano fino a quel tendersi di labbra, come un sipario.

Lo spettacolo era giunto al termine.
Uno sguardo logorroico ed un gesto militare li fecero dividere, voltandosi, per rientrare ognuno nel proprio nido.

L'indomani mattina si verificava quel che sempre accadeva: la perenne corsa contro il tempo.
Davanti la sua scrivania Madeline fissava i suoi polpastrelli.
Lo strano enigma di linee che raccontano chi sei, pensava.
Andrea guardava fuori dalla finestra e si proiettava ne 'la belle époque': vestito di velluto a costine e bastone, intarsiato in legno e madreperla, vagava tra carrozze e mendicanti.
Quando all'improvviso ebbe una visione angelica: vita stretta dal bustino, un'ampia gonna ed una rosa alpina tra i capelli.

"Andrea, vede quei fogli davanti a lei? Beh non si compilano da soli. Li voglio sulla mia scrivania tra dieci minuti."
(Non ci è permesso evadere neanche così. È un mondo crudele.)

"Mad! Mm.. La prossima volta fossi in te mi porterei un ombrello.."
"Si, l'ho rotto. Mi si è capovolto col vento. E al ritorno un'auto mi ha sfrecciato accanto.."
"Perché sei seduta li fuori?"
"Ho dimenticato le chiavi e mia madre non tornerà prima di stasera."
"E la tua idea era aspettarla li, sotto l'acqua?! Sei irrecuperabile. Vieni, entriamo, i miei sono partiti con Mic, non avrai la tua dose di domande stupide."
Sorride e s'incammina verso di lui.

Thè, biscotti, pensieri, ambizioni, racconti di vita, aneddoti.
Ridevano come non accadeva, per entrambi, da tempo.

All'improvviso Andrea la rivede dinnanzi a se, con quel fiore tra i capelli.
Il silenzio ghiaccia la stanza.
Madeline è tesa, non vorrebbe rovinare nulla di quel che è stato fino a quell'istante, il loro rapporto e si alza di scatto dal divano.
"Ma-ma dove vai Mad? Scappi?"
"And non lo so.. Forse perché non so gestire questa situazione, non è in mio controllo.. e mi fa incazzare."
"Mi fai sorridere. E' un transfert. Io non so dove finisco Mad, quando sei qui. Voglio dire.. sei la mia versione al femminile e contemporaneamente tutto ciò che detesto di me."
"Non va bene."

Vicini. Molto vicini. Troppo vicini.
Andrea vorrebbe naufragare in quell'oceano..
La bacia. E naufraga.
Un bacio infinito, impossibile da descrivere. Un sacrilegio provarci.

"Sei bella. Non lo sai.
Io sulla terrazza di quel locale già mi ero arreso, da quel giorno mi sono smarrito. Sono un vagabondo.. Sai qual'è il bello? Che lo sono, anche con te. Sono io, con te. E questo mi piace da matti."
"No sono la Contessa che ti tira gli spicci nel carrello And."
"Sei sempre in fuga Mad vedi, non molli mai."
"Sto bene. Ho paura che questo possa intaccare quel che siamo. Tra gli ostacoli questo è il più pericoloso in cui ora possa incappare."
"Non vederlo come un ostacolo Mad."

Il telefono squilla.
"È tornata, che tempismo! Devo andare.."
"Ci si vede in giro."

Un sorriso aveva in mano il loro destino.
Non erano sicuri di conoscere la libertà, ne tanto meno la felicità,
(sinonimi)
ma sentivano di esserci vicini.

-There's no happy ending.

Never ending.

TO BE CONTINUED..