Approdai stremato sulle dorate sabbie
Mi guardai incredulo le mani
Mi toccai la faccia e respirai
Pensai "mai più gabbie"
Poi udìi versi strani
E mi voltai
Un popolo stupito mi accolse
Insegnai loro la mia lingua raccontando ogni giorno la mia storia
Mi insegnarono a pescare e poi a cacciare
Quella paura dal mio volto si tolse
Quasi di me non avessi più memoria
Scoprìi li cosa volesse dire Amare senza pretendere di avere
Un vortice di vento spaventò più noi che gli animali
Un aereo venne per salvarmi
Verso di me figure nere definite da un tramonto che nemmeno Van Gogh vedette mai
I miei amici porsero loro legno e frutta che significavano Regali
Se pur l'intento di quest'uomini vestiti fu aiutarmi
La mia vita ormai era quella perciò li salutai.
Nessun commento:
Posta un commento